mercoledì 9 settembre 2009

Oakwood e la sua esperienza...

Oggi voglio postare una email che ho ricevuto un pò di giorni fa (ovvio con l'autorizzazione dell'autore, che per motivi di privacy preferisce rimanere anonimo). Prima che venissi qui in Canada, se avessi letto qualcosa del genere le mie opinioni a riguardo non sarebbero state "positive", oggi la penso in tutt'altra maniera e comprendo molte delle parole scritte nella email di seguito, questo per sottolineare che si tratta di un'esperienza vissuta e come tale, suggerisco di accettarla come un diverso punto di vista basato su decisioni e scelte puramente personali.

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Cara Simona,

leggendo la tua email mi pare di capire che, in effetti, abbiamo diverse cose in comune, pur avendo seguito strade un pò diverse.

Ho fatto anch’io la procedura da Skilled Worker, ma sono arrivato "addirittura" con un work permit sponsorizzato dalla compagnia che mi assunse all’epoca. Il mio primo lavoro, subito dopo la laurea (anzi, ricevetti l'offerta ancora prima), nel mio settore per giunta. Insomma una bella botta di sedere. Ritengo la mia esperienza in Canada abbastanza profonda, perché ho avuto modo di vivere in provincia prima, in una realtà Canadian al 99%, e di spostarmi a Toronto poi, avendo una visione relativamente esaustiva di quella che è la società canadese. Per farla breve: dalla vita piatta (secondo me) di una cittadina del sud Ontario, a quella eccitante (sempre secondo me) di Downtown Toronto, mantenendo nel frattempo sempre lo stesso lavoro in azienda. Il lavoro per me è stata la grande attrattiva per spostarmi in Canada, e almeno inizialmente ero molto soddisfatto della parte professionale. Meno soddisfacente era la vita sociale di provincia, basata sullo stare a casa, spalare la neve, amicizie alquanto limitate, disquisizioni con i colleghi su meteo/hockey/basements/loans e tristezza diffusa. Questa fu per lo meno l'opinione che mi feci sulla prima parte della mia esperienza canadese.

La seconda parte, questa volta a Toronto centro, fu invece molto diversa e decisamente positiva. Il lavoro non era più l'unica cosa della mia vita, mi feci subito un sacco di amici di ogni nazionalità, uscivo tutte le sere, mi impegnavo in attività culturali, eccetera. Incontrai una donna stupenda, che è ancora la mia compagna. Decisi addirittura di comprare un condo.

Tutto questo era fantastico, ma con il tempo cominciai a riflettere. Lo scorso anno fu per me decisivo e giunsi a conclusioni importanti.

Innanzitutto ebbi modo di ragionare sul mio "status" in Canada. Nonostante io avessi tutto quello che un immigrato possa chiedere a un paese ospitante, non mi sentivo minimamente parte della società canadese. Avevo creato il mio piccolo mondo a Toronto, vero, ma tutto secondo il mio stile di vita, che era poi anni luce lontano da quello dei 'canadesi' - spero tu non mi fraintenda con questo termine. I miei obiettivi erano di crescere professionalmente e caratterialmente, di conoscere persone e posti nuovi, di creare e mantenere forti rapporti sociali, di viaggiare, di leggere, ma anche di divertirmi, di rischiare, di vivere un po' alla giornata. I miei amici - persone a cui mi sono affezionato tantissimo - erano tutto fuorché canadesi: Europei, Asiatici, medio - orientali, e ovviamente diversi italiani "nuovi arrivati". Il mio stile di vita era italianissimo: dal mangiare, al modo di vestire, al mio carattere, alle mie abitudini. A me francamente dell'hockey non è mai importato granché, come neanche del basket e del baseball. Ho sempre amato parlare di attualità, politica, storia, geografia, scienza, cucina, piuttosto che di linee di credito, di macchine nuove, di maltempo e di ridipingere la facciata di casa.

Come vedi cara Simona, mi sentivo un pò in un mondo tutto mio. Un pò come se fossi un eterno espatriato. Il Canada è un paese bellissimo per questo genere di cose, puoi mantenere le tue identità ed essere rispettato o anche ammirato in certi casi. Però come capisci, mi sembrava una contraddizione restare in questa situazione per tutta la vita, in questa specie di limbo caratterizzato dal non condividere molto di questa societa'. Problema mio ovviamente.

Accanto a questa riflessione forse un pò complessa e del tutto personale subentrarono poi altri problemi di natura più pratica. Mi rendevo via via conto che il Canada sotto certi punti di vista è davvero poco sviluppato: la sanità è secondo me alquanto arretrata, molte infrastrutture - dalle TTC ai trasporti (magari non quelli di Toronto ma per es. a livello provinciale o inter-provinciale) non sono ai livelli di paesi occidentali, idem per quanto riguarda previdenza e altri aspetti sociali. Inoltre, per la prima volta capii cosa significa convivere 12 mesi di fila con il maltempo e quali effetti questo abbia sull'essere umano: l'inverno 2008 (inizio) fu uno dei più freddi e nevosi degli ultimi anni (ricordo ancora che il bilancio del comune di TO andò in rosso per via delle spese di rimozione neve), l'estate fu terribile (pioggia e temporali di continuo), e poi inverno di nuovo. Infine, il grosso problema: il lavoro. La mia ex-posizione, per quanto interessante e fondamentale per la mia carriera attuale, aveva raggiunto una saturazione. Lo stipendio era decente, ma non mi avrebbe mai fatto fare i salti di gioia, nè mantenere una famiglia a livelli accettabili, perché volevo vivere a Toronto e non nella campagna sperduta canadese. Facevo il pendolare con la macchina, situazione non ideale dal punto di vista pratico, economico ed ecologico. Durante l'intero 2008 cominciai quindi a guardarmi intorno, sia internamente alla mia ex compagnia sia esternamente. Mi resi conto - con mia somma sorpresa - che in realtà le opportunità in Canada erano molto limitate, almeno per noi ingegneri. Nonostante i miei anni di esperienza, un Master Degree, referenze Canadesi, esperienza Canadese, un profilo professionale/inter-personale che ritengo di tutto rispetto, e centinaia di CVs inviati arrivai alla conclusione che... non c'era posto migliore di dove stavo già. Che però come ti dicevo, non era un lavoro di lusso e dove tra l'altro scoprii che la mobilità interna non era delle più entusiasmanti. Ti capisco quando mi parli della tua frustrazione su lavoro, mi sentivo anch’io così. Credo anzi sia normale, quando qualcuno che ha studiato, si è sacrificato ed è professionalmente e umanamente valido - insomma qualcuno come noi - ha lasciato il proprio paese per andare così lontano.. per poi scoprire una realtà non in linea con le proprie aspettative. Aggiungo inoltre che in Canada l’aspetto lavorativo è molto importante, nel bene e nel male: senza un lavoro decente non sei nessuno e anzi non fai affatto una bella vita. Avere poche possibilità nel posto dove si è immigrati, nonostante educazione e qualifiche, è una cosa dura a mandar giù. Ne ho viste e sentite di cotte e di crude su questo tema, dalla faccenda della "Canadian Experience", ai titoli degli immigrati non riconosciuti, dagli Ingegneri pagati poco (discorso intrapreso molte volte con colleghi canadesi), alla scusa della crisi economica. Non so quale di questi elementi prevalga, secondo me il discorso è più semplice: in Canada molti settori sono ahimè già saturi, specie quelli che richiedono una certa professionalità. Per questo non è facilissimo trovare/cambiare lavoro nel proprio settore, tutto qua. Certo, ci sono ambiti sicuramente più dinamici, come quello finanziario o del marketing, ma in generale la mia opinione non cambia. Una cosa che ho notato - e sicuramente l'avrai fatto anche tu da buona osservatrice che sei - è che in Canada puoi fare un pò di soldi se sei un piccolo imprenditore di te stesso. Con il secondo lavoro, l'aziendina a casa, oppure mettendoti a fare il libero professionista. Cose che fanno un po' tutti in Canada, lo vedi o lo vedrai. Cose che però mi hanno sempre tenuto lontano, non voglio vivere per lavorare come fa il 99% delle persone lì. Se poi posso darti un consiglio, non sperare troppo di fare grandi amicizie a lavoro, specie se i tuoi colleghi sono tutti cinesi. Per carità, io con molti di loro andavo d'accordo, specie con gli Hongkongesi, ma può richiedere molto tempo e pazienza e in ogni caso risulta difficile se fanno comunella. Anche io a lavoro non legai mai più di tanto, e stavo in una compagnia di 1000 persone.

Arrivando alla fine di questa storia... a luglio dello scorso anno, mentre ero deluso per la stasi lavorativa e mentre iniziavano i primi accenni di crisi anche in Canada, misi il mio CV su monster, per la prima volta nella mia vita. Beh da quel momento iniziai a ricevere decine di offerte da compagnie Europee (UK e Germania soprattutto), qualcuna addirittura dagli EAU. Alla fine del mese avevo in mano una offerta da parte di una grande compagnia Europea, tra l'altro cliente della compagnia canadese dove lavoravo. Capii che la mia esperienza canadese si stava per concludere ed era tempo di aprire nuove porte.

Decisi di lasciare il Canada per tornare in Europa. Sicuramente la parte emotiva ha giocato un ruolo importante, a me l'Europa mancava - e con essa anche l'Italia, anche se non sono tornato in patria. Ma si è trattato di una questione soprattutto razionale, legata alle opportunità, alla qualità della vita, ai benefits e nel mio caso anche dei salari che l'Europa di oggi può offrire. Insomma, tutto relativamente semplice e lineare. Certo, alcune cose del Canada mi mancano: gli amici (che però, in quanto tali, resteranno), lo stile di vita "urbano" di Toronto, la bella casa. Tutte cose importanti, per carità, ma legate per lo più al lato nostalgico che c'è in me e che come capisci ho dovuto sacrificare per ottenere altro, anche in prospettiva di una famiglia che un giorno vorrò formare qui in Europa e non in Canada. A tutt’oggi, sono sempre più convinto della bontà di questa mia scelta. Sono felice, il posto in cui mi trovo mi piace davvero, e' proprio così come sembra. Penso che difficilmente mi sposterò di nuovo, a meno di eventi imprevisti.

59 commenti:

Claudia ha detto...

Credo di "conoscere" la persona che ha scritto questa e-mail. Certo, è dura ed è un'esperienza vissuta. So e mi ripeto continuamente che nella vita molto dipende da cosa si cerca e cosa si lascia, da cosa si possiede già e cosa si vorrebbe possedere. Mi ripeto continuamente che ci sono un miliardo di cose che amo della mia cultura e del modo che i miei genitori mi hanno trasmesso nel relazionarmi e rapportarmi alle cose. Nelle poche vacanze a Toronto, relazionandomi con i cugini ai quali voglio un mondo di bene, non ho potuto non notare certe abissali differenze nel modo di concepire la vita, il quotidiano. Partiamo da situazioni differenti e ci siamo evoluti in modo differente con delle priorità differenti. Detto questo, e ancora nell'ignoranza di chi si accinge a compiere un passo molto grande, so cosa lascio e da laureata plurispecializzata, "brillante ma con un profilo troppo alto" e da qui nasce il mio blog, so pure quali siano le mie priorità al momento...e stranamente, dopo anni a lottare con lo schifo disgustoso che ormai ha fagocitato il mio bellissimo Paese, sono solo marginalmente di tipo professionale. O meglio, vorrei realizzarmi sperando di avere qualche possibilità in più...ma cerco, se esiste, un posto lontano nella speranza di poter offrire qualcosa in più ai miei figli ma in termini di giustizia ed etica morale.
Detto questo, cara Simona, tu come stai?

bruna ha detto...

Ho letto bene l'esperienza di questa persona. Diciamo che IO che dovrò partire tra un mese e leggo queste opinioni sul CAnada un po mi spevantano, ma subito mi rendo conto che ognuno di noi ha il suo punto di vista nel concepire la realtò, i momenti e quant'altro.
Avendo provato per 7 anni la mia esperianza in Italia, e so cosa vuole dire avere i momemnti belli e brutti. Quello che quel ragazzo pensava quando era in Canada penso anch'io la stessa cosa qua in italia soprattutto per il lavoro.
Lasciamo stare la bella vita italiana che non ce paragone con nessun altro paese. Beh chissa nella vita potrei invechiarmi in Italia :)
cmq nella vita bisogna sempre provarci ...se no non saprai mai la differenza delle cose.
Non sono mai stata in Canada e un pò mi spevanta per come mi troverò, ma ci provo, poi vediamo!!

P.S da ieri ho il visto sul passaporto....manca solo la partenza adesso.

Alessandro ha detto...

Prendiamo un marziano o un esse provenite da un'altra galassia. Chiameremo questo essere Luppino.
Invitiamo Luppino a sedere su una sedia davanti a noi e gli chiediamo un po' di attenzione. Luppino non sa ancora dove andare a vivere, essendo appena atterrato sul nostro pianeta; lo ha visto dall'alto e quindi non ci ha capito niente ed, essendo capitato per caso dentro il box di mia figlia Maia, ha chiesto a noi di descrivergli un po' i paesi del nostro pianeta, in modo da poter poi scegliere dove andare a fare questa esperienza terrena.
Mi limiterò a descrivere a Luppino il Canada e l'europa con particolare riferimento all'Italia, i posti che forse conosco meglio.
Canada: è un posto prevalentemente freddo, con temperatura al limite della sopportazione per ogni essere vivente; non ha grandi tradizioni essendo una nazione nuova. vi sono grandi spazi desolati, inabitati. La gente ha bisogno di case accoglienti, calde, comode, macchine affidabili, ogni genere di confort per rendere la loro vita più comoda e dimenticare il freddo. Per questo lavorano tantissimo e quindi quando arrivano a casa vogliono godersela; così la scelgono sempre più grande e confortevole. Ma per pagarla devono lavorare tanto e si torna all'inizio ... Gli abitanti del Canada non sono molto espansivi; forse è il freddo che li fa chiudere dentro ai cappotti, forse è il lavoro, forse sono i conti che si fanno continuamente per pagare le rate delle case e delle loro macchinone, forse è il loro carattere. Hanno tanto spazio e quindi le distanze tra le case, con il lavoro , con il supermercato sono enormi. Le case sono tutte simili e non hanno molta storia da mostrare al viaggiatore: le costruzioni più vecchie hanno 150/200 anni...

Alessandro ha detto...

... In molte zone non c'è varietà di paesaggio per migliaia di chilometri; se c'è il mare è quasi sempre troppo freddo per fare il bagno.
Europa: è troppo grande e diversa per parlarne brevemente, ti parlerò dell'
Italia: gente che parla tanto e con chiunque, quando non ha la bocca piena degli ottimi cibi che la caratterizzano; per il viaggiatore è difficile mangiarli, dato che è costretto a stare con la testa in continua rotazione per ammirare le bellezze storiche, architettoniche e paesaggistiche che occupano ogni centimetro quadrato del suo territorio. Il clima è quasi sempre bello e il cielo un colore unico! In alcune regioni ci si può fare il bagno a mare da maggiio a ottobre; il resto dell'anno, tranne forse un paio di mesi, si può andare tranquillamente in moto e passeggiare senza timore di sentire freddo. C'è grande diversità tra una regione e l'altra, ulteriore arricchimento culturale.
Allora Luppino dove vuoi vivere? Luppino è già scappato a chidere la cittadinanza italiana.
Non ho fatto in tempo a dirgli che avrà qualche problema a trovare un lavoro, nonostante i suoi titoli, perchè non c'è nessuno che voglia raccomandarlo; non l'ho nemmeno avvisato di stare attento col suo accento, perchè se va più a nord di firenze rischia di non poter entrare nei bar padani; non gli ho detto di stare attento al colore della sua pelle perchè, da Trieste ad Agrigento, può trovare qualcuno che lo spranga in nome dei governanti che agitano lo spauracchio dell'invasione degli immigrati. Non gli ho detto che se identifica i suoi aggressori e li denuncia, non servirà a niente perchè non andranno mai in galera , saranno giudicati tra una decina d'anni e nel frattempo il reato sarà estinto. Ma questo succede anche a noi italiani, non è solo un suo problema.
Non gli o detto di non ascoltare quello che dicono le televisioni perchè p falso o, nella migliore delle ipotesi, omissivo. NOn gli ho detto di cercare la giustizia perchè in Italia la giustizia non esiste. Adesso si vuole fare un bagno a mare, ma non gli ho dato la mappa delle raffinerie e delle industrie che da decenni, impunemente, avvelenano l'acqua. Vuole assaggiare una mozzarella, ma non lho avvisato che proprio sopra il prato in cui vanno a cibarsi le mucche c'è un inceneritore, mentre sotto c'è una discarica abusiva. non gli ho detto che le decisioni politiche, e quindi la sua vita, sono prese da gente irrimediabilmente corrotta, ipocrita, falsa, spesso drogata e troppo influenzata dalle volontà della chiesa. Per evitare che torni indietro a lamentarsi me ne scappo in Canada

Alessandro ha detto...

Claudia mi ha aiutato a postare quel commento troppo lungo, col nome di Normale. Volevo dire, in un modo diverso, che effettivamente dipende da cosa si cerca e cosa si lascia. é il famopso discorso dei piatti della bilancia, su cui mettere i ppropri "pro" e i propri "contro". La mia bilancoia si è quasi rotta per il peso eccessivo nel piatto dei pro. Io sono arrabbiato e non mi riconosco più nella mia terra, nei valori che trasmette, nei principi, ma, soprattutto, mi terrorizza il furturo che si sta costruendo, avendo abbandonato le scuole, la ricerca, la solidarietà, la bellezza della diversità, l'accoglienza. Tutto per ottenre un appiattimento culturale ed aumentare le differenze economiche. Qui non c'è spazio per me

bruna ha detto...

Ciao Simona,
oggi pensavo alla patente e ho letto il tuo post. Quindi non vale la pena che richiedo quella ineternazionale, visto che cmq devo fare lì la G1?
Grazie

bruna ha detto...

Ah Simona ti chiedo un'altra cosa, si come stavo guardando i voli ma costano un botto secondo te con qualle compagnia è meglio viaggiare?? Ho trovato con KLM 390€ a/r ma sono 15h do viaggio con scalo ad amsterdam. Non so....

Simona ha detto...

Buongiorno ragazzi :) Sapevo, io ma anche il nostro anonimo amico Oakwood, che questo post non avrebbe trovato molti consensi. Seguo pero' l'idea di Claudia appieno, credo che ognuno di noi abbia una visione dell'Italia, della propria esperienza di vita differente. Io non amo fare paragoni col belpaese, l'Italia e' la mia patria, la mia famiglia vive li' e tutte le persone che amo, come anche Ale ha sottolineato nel suo viaggio da extra-terrestre, potrei trovare 1000 cose meravigliose a casa che qui, o altrove non troverei mai (e non parlo solo dei cannoli con la ricotta :) ). Ma tutti noi abbiamo le nostre ottime ragioni per essere emigranti, anche Oakwood che e' pur sempre lontano da casa. Penso cmq sia sempre produttivo confrontarsi con chi questa esperienza l'ha gia' vissuta. Prima di venire qui, con tutti quelli con cui parlai, mi avevano dipinto il Canada come il paradiso, specialmente dal punto di vista professionale. Beh sulla mia pelle ho scoperto che la realta' e' diversa, avrei voluto anche sentire altre campane...anche se probabilmente non avrei dato ascolto e avrei continuato ad idealizzare il mio viaggio via dall'Italia...

Simona ha detto...

Bruna per la patente per me non serve a nulla quella internazionale. Io la G1 l'avevo gia' dopo 2gg dal mio arrivo, per cui puoi fare quella appena sei in Canada. Per i voli 390 Euro e' ottimo! Io mi sto crucciando come fare per venire ad Ottobre perche' non ho trovato nulla per meno di 1200$! Cmq la KLM e' ottima, a parte il cibo che e' pessimo, gli aerei sono abbastanza comodi e lo Schipol e' uno dei piu' grandi aeroporti d'Europa, puoi comprare qualche tulipano o gli zoccoli olandesi mentre aspetti ;-)

bruna ha detto...

Già, questo se partissi da Bologna.
mentre con alitalia da Alb ho trovato a 600€ e austrian 725€.
Devo decidere, la mia paura con alitalia sono i bagagli devo fare scalo a roma, ma per quel che so del aeroporto si perdono un sacco di bagagli e non vorrei che succedesse anche a me.
Grazie cmq x il consiglio della patente allora lascio stare.

Alessandro ha detto...

Per chiarezza, ho molto apprezzato il tuo post, e ringrazio l'anonimo per le informazioni preziosissime. Ha regalato ad ognuno di noi un bel paradenti da pugile per i calci in bocca che ci arriveranno e un elmo da guerra per le mazzate sulla nuca. Lo sradicamento non è facile mai, per 1000 motivi. dovremo essere forti, chi è solo, come te, molto più degli altri. E per questo ti garantisco (Simona) che in noi avrai sempre non dico degli amici, perchè è una parola importante, ma dei compagni di avventura disposti a coccole ed aiuto nel caso ce ne fosse bisogno

Simona ha detto...

Grazie Alessandro :) La tua solidarieta' davvero mi commuove!! :)
Beh la cosa vale anche per me, una volta qui in Canada, contate gia' di avere un'amica in piu' ;)

Francesco ha detto...

io leggo sempre tutti i post, ultimamente sono un po' assente per lavoro e per il rientro a casa che mi travolge in attività educative (vengo infatti rieducato alla cinese dalle mie ragazze).
il post di oakwood è interessante e utile e mi fa pensare al "dolce paese" di Sepulveda.
indubbiamente cambiare è difficile, a meno che non si passi da situazioni palesemente difficili a altre obiettivamente più facili. è difficile cambiare lavoro, città, ufficio, quartiere, scuola. l'ostacolo sembra ed è ancora più grande nell'immaginare un cambiamento che contenga tutti gli elementi di cui sopra a cui aggiungere lingua, cibo, cultura e dinamiche sociali, ecc.
non credo che nessuna persona equilibrata non possa riconoscere la difficoltà intrinseca in una emigrazione, pur se "protetta". d'altra parte non posso pensare che le aspettative, l'esperienza e le motivazioni di persone di età diversa siano simili. io stesso a 27 anni, laureato e militarizzato da poco, guardavo e affrontavo la vita con "occhiali" e "desideri" diversi da quelli che ho oggi. e poi io non ho ancora fatto la visita e, dati i tempi di reazione di via zara, probabilmente potrò partecipare anche alle elezioni anticipate !

Anonimo ha detto...

Simona la BA stà facendo delle ottime offerte per il mese di ottobre: devi solo acquitare il prima possibile. Al confronto con le altre compgnie al momento mi sembra la migliore. Io parto il 9 dall'italia e il biglietto mi è costato 550 euro. Da novembre scendono a 390.

Comunque...
Il mio punto di vista, soprattutto in quanto omosessuale, non può non essere in accordo con quelo che racconta Alessandro.
Sicuramente non è tutto veritiero quello che ci viene raccontato sul canada da chi vive nella speranza di cambiare la propria vita; probabilmente i più si aggrappano a delle illusioni per confermare incosciamente la bontà delle proprie scelte o per scotomizzare le avversità come proprio metodo di funzionamento.. o solo perchè spesso sognare un paradiso in terra aiuta ad affrontare i problemi di tutti i giorni
Io credo che chiunque decida di affrontare un cambiamento così importante, debba invece avere una visione il più possibile reale dello stato dei fatti, inmodo da possedere gli strumenti necessari ad affrontare gli elementi spiacevoli ed accogliere quelli piacevoli, visto che spesso le due cose possono essere del tutto mutualmente escludentesi.
Avere delle aspettative troppo alte, o troppo basse, inevitabilmente ci influenzerà.
Ad esempio: arrivare in canada con la certezza di trovare il lavoro dei propri sogni superpagatissimo non appena si esce dall'aereoporto di sicuro non potrà portare che ad una inevitabile disillusione; ma allo stesso modo sapere che tutti i canadesi sono freddi e superficiali magari ci porteròà ad essere prevenuti e non dare possibilità.
E' giusto inoltre capire quanto le esperienze individuali possano essere diverse.
Per rispondere alla mail nel blog:
Non dubito della veridicità di quello che dice OakW... però spesso abbiamo delle visioni distorte (nel bene e nel male) anche del nostro paese; tanto per continuare a parlare della sanità, della socializzazione e dell'"housing"... Io sono un calabrese trapiantato a Milano. Conosco perfettamente la malsanità del meridione (e i casi degli ultimi mesi sono più che sufficienti, senza andare a scavare negli archivi) o la difficoltà di vivere a Milano con uno stipendio che nella media non supera di molto i 1000 euro al mese (altro che bella casa... I miei coetanei non possono permettersi nemmeno di affittare un appartamento intero) o dei lunghissimi momenti d solitudine che ho passato nei miei primi anni milanesi...
Non è certo semplice per me rifare le valigie e spostarsi per la seconda volta, ucidermi nuovamente e abbandonare ancora gli affetti che ho costruito e protetto gelosamente durante gli anni... però, guardando l'Italia degli ultimi tempi, davvero mi viene voglia, una volta arrivato, di rispedire il passaporto al mittente.

Simona ha detto...

Credo sia normale avere aspettative quando si fa una scelta di vita come questa. Altrimenti perche' cambiare? Perche' Toronto e non Nuova Delhi? In virtu' di cosa? Certo nessuno spera di diventare ricco e di successo in 2 settimane ma ognuno di noi desidera migliorarsi e assicurare un futuro migliore alla propria famiglia venendo qui, illogico sarebbe il contrario. Le delusioni cmq sono parte del processo d'immigrazione. Siamo qui, tutti per lo stesso motivo: lasciare l'Italia. Purtroppo nel belpaese a fine mese i conti non tornano mai ed ogni giorno e' una battaglia contro il sistema, contro il prossimo che ti vuol fregare, non ti senti protetto dal Governo, i tuoi diritti di cittadino e consumatore sono un'utopia lontana anche nelle menti dei nostalgici comunisti italiani. Ma e' in casi come quello di Oakwood che si comprende che scegliere il Canada e' solo un modo per scappare dal nostro amato paese e NON emigrare nell'amato Canada. Quando poi, dopo un po' di anni, ci si ritrova ad essere sottopagati, penalizzati perche' immigrati...viene spontaneo chiedersi perche' qui allora e non piu' vicini a chi si ama, intendo famiglia/amici etc.

Simona ha detto...

Per il volo: purtroppo non scendo a Roma ma vado a casa dei miei in Calabria. Alitalia ha il monopolio sulla tratta per Lamezia :(

Anonimo ha detto...

sottopagati rispetto ai Canadesi in Canada, o agli Italiani in Italia ?
Oakwood,all'inizio ha "trovato duro"...poi a Toronto, mi è sembrato la svolta, vita notturna, amici anche se non canadesi, sempre amici sono, una donna: il sale dalla vita...se non parla di Basket baseball hockey e come essere in Italia e ignorare il calcio e la TV... poi inizia a stargli stretto il lavoro...va in Europa e rimpiange la vita tranquilla canadese ? leggo un blog di due veronesi a Sidney : uno baciato sempre e comunque dalla Fortuna, l'atro si un " mazzo così ", però entrambi sono molto legati, e vanno avanti... gli australiani sono come i canadesi, quando parli di responsabilità e impegno in un rapporto scappano...

Simona ha detto...

Anonimo. Parlo di essere sottopagati rispetto all'Italia E ovvio, rispetto ai canadesi. Guadagno di meno di quanto guadagnavo a Roma, in piu' qui ho un affitto da pagare e per forza di cose non posso neanche permettermi di avere una macchina. A mala pena arrivo a fine mese col mio stipendio e sono passata da societa' con piu' di 1000 impiegati ad un'aziendina di 10 persone a gestione familiare dove invece di crescere professionalmente, sto regredendo per via del contonuo non far nulla. Ognuno espone le proprie esperienze, e qui siamo TUTTI a scappare dall'Italia. I piu' coraggiosi sono quelli che rimangono...

bruna ha detto...

Mannaggia Simo,
prendi di meno che in Italia???
Considera che li hai più spese e il costo della vita è più alto.
Ma per essere pagata come une canadese cosa devi avere oltre la cittadinanza??? Esperienza in Canada? E' questo che ti aumenta lo stipendio?

alessandro ha detto...

è calato il gelo ...

Simona ha detto...

Bruna si' purtroppo lo stipendio e' un po' piu' basso, certo non la meta', ma l'affitto mi pesa molto. Ho gia' considerato di andarmene a vivere in qualche super quartiere popolare il prossimo anno, cosi' da risparmiare un po'.
Qui, con il lavoro, molto puo' dipendere dalla fortuna, dal settore in cui si lavora. Un po' come in tutto il mondo, se non conosci nessuno e' dura trovare lavoro. Le famose connections!
Ma cio' che piu' importa sono le esperienze canadesi, le referenze canadesi, il tuo livello della lingua. Io lavoro nell'IT, settore monopolizzato da cinesi ed indiani, le piu' grosse comunita' qui in Ontario. Immagina quindi...

Simona ha detto...

Oggi e' l'11 Settembre! In questo giorno, il 2008, ho ricevuto il mio visto per il Canada!! post

bruna ha detto...

Giusto, 1 anno fa!!
:)

Alessandro Wolfe ha detto...

Tante angurie a teeee, tante angurie a teeeeee, altri giooooorni più riconoscenti di queeeesti, taaaaaante anguuuurieeee aaaaaaaaaaaa teeeeeeeee.
Simona, mi insegni che i primi tempi sono duri; in più nel tuo settore c'è troppa competiscion. Il primo scoglio era trovare il lavoro e lo hai trovato, vincendo paure e delusioni; il secondo è il mancato riconoscimento economico e profescional e lo supererai alla stessa maniera; quando poi sari al xesimo scoglio, ovvero la scelta della macchina, andremo insieme dal concessionario per comprare una dodge challenger ( http://www.seriouswheels.com/pics-2006/2006-Dodge-Challenger-Concept-SA-1920x1440.jpg ) branniù!

Simona ha detto...

Grazie Ale per la tua immancabile solidarieta' :) it's really appreciated ;)
Il lavoro e' il primo che ho trovato, non posso pretendere di trovare il lavoro della mia vita al primo botto, col tempo spero le cose cambino, intanto e' passato quasi un anno dal mio landed immigrant!
Un po' vintage come macchina ma carina (Starsky&Hutch!!) :) C'e' per caso anche rosa?? Ma chiaro pero'..

Anonimo ha detto...

Scusa Simona,
non tutti hanno parenti o famigliari o contatti in Canada. Oakwood, aveva una azienda alle sue spalle, il che significa meriti e capacità per meritarla, ma non tutti quelli che hanno meriti e capacità hanno la fortuna di avere una azienda che gli fa ottenere un work permit, lo prende dall'Italia e lo porta in Canada... stress in meno rispetto a chi deve farsi documenti e una volta in Canada, trovarsi un lavoro...Di quanto detto finora, Oakwood ne è consapevole, mi pare invece, passa sopra o dia per scontato, il fatto che lavora nello stesso settore in cui ha studiato...anche questa è una fortuna (detto da un Italiano che vivrà ancora per 2 settimane in Italia) se poi non gli interessano le case e le macchine non ha interesse a stabilirsi, altro che famiglia...se poi vuole diventare dirigente...è chiaro che io mi baso esclusivamente sulla sua unica mail...Per quanto riguarda te, mi spiace, per quel che può servire scriverlo...ma il bilancio delle spese si fa in Canada come in Italia...e attualmente in Italia i posti disponibili sono : super man/wonder woman per coloro che hanno la faccia da cu*o di sostenere che sono la fotocopia del profilo ricercato, neolaureato/a brillante senza esperienza, stagista con esperienza pregressa come stagista...il mio profilo è lo statistico, non ho un settore di riferimento, eppure in Canada e Australia non sanno cosa sia, Italia non pervenuta , in Inghilterra sì, per fortuna...dicono che l'Inghilterra è nella mer*a... chiedo scusa per il linguaggio scurrile e volgare!

Simona ha detto...

Hai pienamente ragione quando dici che Oakwood ha avuto la "vita davvero facile" ottenendo un permesso di lavoro che gli desse la possibilita' di venir qui senza dover passare l'interminabile iter delle applications. Ma anche lui ha ammesso di avere avuto tutto cio' che un immigrato poteva chiedere dal paese ospitante. Forse le cose si apprezzano in maniera diversa quando si "fatica" molto per ottenerle o semplicemente ognuno di noi ha diverse esigenze. Io nel 2007 ho lasciato il mio posto in Banca d'Italia, dove mi avevano riconfermato per altri 2 anni per venire qui a fare il mio Working Holiday Visa all'avventura, senza lavoro! Tanta gente in Italia...e forse non solo li', penserebbe che sono matta :)

Anonimo ha detto...

il mondo è bello perchè vario : c'è chi se lo può permettere, c'è chi lo fa per necessità...

Claudia (www.profiloaltostaturabassa.blogspot.com) ha detto...

Cara Simona, io conosco un più matto di te che sta lasciando un posto di lavoro "intoccabile" e ben pagato per andare "verso l'infinito e oltre"...
D'altro canto io sono una brillante, ma veramente tanto, da un profilo troppo basso per fare wonder woman, un profilo troppo alto per lavorare in un call center...una statura bassa per fare la velina e una troppo alta per fare il nanetto da giardino (a villa Certosina...magari)...I contii non tornano? A me manco quadrano. Quest'anno all'Università hanno rinnovato sì i contratti ma a carattere GRATUITO; mi hanno offerto, l'anno scorso, un lavoro di segretaria international relations, caffè compreso, e mi offrivano 700, euro al mese in nero full time elastico in eccesso...aspetto ancora che mi paghino un lavoro all'università già svolto, un lavoro da traduttrice già svolto...e per fortuna non ho fatto fino ad oggi affidamento su quei soldi già spesi...E mentre tremo di paura nel leggere i tuoi sacri sfoghi di delusione, mi sento in una specie di limbo...su una fune, in bilico tra il "Vedrai che andrà tutto bene" e il "statti dove sei e non ti muovere. Tappati il naso e vai avanti"...
Baci

Anonimo ha detto...

OMOSapiens:

Come ho letto più volte nei vostri commenti, dipende sempre da cosa lasci e da cosa ti aspetti di trovare.
Questo è quello che lascio io: attualmente a Milano lo stipendio medio è di 1000 euro al mese. L'affitto di una casa è di ALMENO 1000 euro. Un monolocale di 20 mq parte dalle 800. L'affitto di una stanza in una casa in condivisione con altre persone parte da 400 / 450 euro al mese. Se aggiungi le bollette arrivi a 500. Se aggiungi il vitto arrivi almeno a 900 (a patto di andare a fare la spesa in quei supermercati tipo LIDL o Eurospin). Ti rimangono ADDIRITTURA 100 euro con cui ci paghi i trasporti pubblici e una sera fuori al cinema. punto
Comprare una casa è impossibile se non hai un partner, sia perchè non ci arrivi con i soldi, sia perchè, anche se decidessi di fare una vita tipo Ghandi, non trovi nessuna banca parimenti accondiscendente.
Questo non è vivere, è sopravvivere.

Claudia ha detto...

Ciao Anonimo, scusa, ti posso chiedere dove sei diretto? Forse l'avrai già detto in passato, ma si sono persa un po' per strada...
Grazie.
Claudia

Gae ha detto...

Ricordo a tutti che sono in Canada da circa 2 mesi qundi ho poca voce in capitolo. Certamente quanto scritto da Oakwood mi trova perfettamente concorde e nion nascondo che mi ha commosso. Certamente ognuno di noi ha alle spalle storie diverse ed anche tali sono le prospettive che ci accompagnano.

Gae ha detto...

Simona, non sapevo fossi calabrese... io sono barese :)

Claudia ha detto...

Il prossimo commento è molto lungo...credo lo pubblicherò i più parti. Scusate in anticipo la logorrea.
"disquisizioni con i colleghi su meteo/hockey/basements/loans e tristezza diffusa.
“Il lavoro non era più l'unica cosa della mia vita, mi feci subito un sacco di amici di ogni nazionalità, uscivo tutte le sere, mi impegnavo in attività culturali, eccetera. Incontrai una donna stupenda, che è ancora la mia compagna. Decisi addirittura di comprare un condo. Tutto questo era fantastico, ma con il tempo cominciai a riflettere. Lo scorso anno fu per me decisivo e giunsi a conclusioni importanti. Innanzitutto ebbi modo di ragionare sul mio "status" in Canada. Nonostante io avessi tutto quello che un immigrato possa chiedere a un paese ospitante, non mi sentivo minimamente parte della società canadese...

I miei obiettivi erano di crescere professionalmente e caratterialmente, di conoscere persone e posti nuovi, di creare e mantenere forti rapporti sociali, di viaggiare, di leggere, ma anche di divertirmi, di rischiare, di vivere un po' alla giornata. I miei amici - persone a cui mi sono affezionato tantissimo - erano tutto fuorché canadesi: Europei, Asiatici, medio - orientali, e ovviamente diversi italiani "nuovi arrivati"."

Ho riflettuto molto su questo punto e senza voler entrare troppo nel merito di un’esperienza che non è diretta, vorrei dire la mia opinione. Conoscere posti nuovi e leggere sono elementi della vita di un individuo che, non necessariamente, implicano la condivisione immediata o diretta. E il fatto che i propri amici vengano da nazioni diverse dal Canada stesso, mi pare abbastanza normale dato che il Canada, eccezion fatta, per i nativi storici, è essenzialmente costituito da vari popoli.

"A me francamente dell'hockey non è mai importato granché, come neanche del basket e del baseball. Ho sempre amato parlare di attualità, politica, storia, geografia, scienza, cucina, piuttosto che di linee di credito, di macchine nuove, di maltempo e di ridipingere la facciata di casa. Come vedi cara Simona, mi sentivo un pò in un mondo tutto mio."

Parlare di attualità, politica, storia, etc. … non è più cosa semplice o normale. Poche persone che conosco amano trascorrere il tempo affrontando questi argomenti. Anche a me piace parlare di storia delle tradizioni popolari ma, raramente, incontro gente che me ne parli. Più spesso incontro gente che vuole che gliene parli. Al contrario, conosco moltissime persone che, anche qui e soprattutto nell’ultimo periodo parlano di “tristezze diffuse”, voglia carte di credito, macchine nuove e mutuo della casa da pagare mentre la rata è cresciuta esponenzialmente e il datore di lavoro gli ha comunicato che dal full time, passeranno al part time e dal part time alla cassa integrazione…

Claudia ha detto...

...“Mi sentivo in un mondo tutto mio”…è una frase che, al femminile, mi sono ripetuta spesso negli ultimi anni. Io ho finito, nel mio Paese e nella mia isola, per viver in un mondo tutto mio. Non trovo spazio per la logica in quasi nessun settore. Non riesco a identificarmi in quello che lentamente, inesorabilmente, tristemente è diventato il mio Paese e i motivi di vanto veramente poco hanno a che fare col fatto di essere italiana. Agli occhi della stessa Europa siamo ormai ridicoli. Vogliamo parlare di politica? Abbiamo un capo del consiglio di cui ci si potrebbe solo vergognare eppure la grande maggioranza del Paese lo adora. Attratti da una vita di escort, festini, etc… la gente, con le pezze al sedere, pare essersi convinta che solo lui è in grado di aiutarci perché “è uno che comunque si è fatto da solo (?) e a cui le capacità non mancano. Al nord Italia ci sono i “celtici” che non hanno idea di chi siano veramente i celtici, che vogliono l’esame di dialetto ma solo perché non conoscono la differenza tra un condizionale e un congiuntivo, lasciamo stare tutto il resto. Dall’altro lato, c’è il sud Italia con i problemi che si trascina da secoli frutto di mentalità distorte e poteri corrotti che qui, poco più che altrove, hanno aperto il proprio laboratorio. Ed è diventato normale avere, eleggere addirittura, un Presidente della Regione con trascorsi penali non indifferenti ( ufficiali e riconosciuti…non ipotizzati), dalle ultime notizie, Fobico e dio sa quanto possano essere pericolose le persone con serie fobie, e che ha deciso che 4 sovradimensionati inceneritori non sono sufficiente … perché così vogliamo morire, “coperti ri munnizza!” (questo lo hanno appena detto i miei neuroni!)

“dalle TTC ai trasporti (magari non quelli di Toronto ma per es. a livello provinciale o inter-provinciale) non sono ai livelli di paesi occidentali, idem per quanto riguarda previdenza e altri aspetti sociali.”

Mi chiedo quali Paesi occidentali … perché la mia isola appartiene a quella categoria, ma sorvolerei sui mezzi d trasporto e le strade di comunicazione … e non solo la mia Isola, AA Salerno-Reggio Calabria docet.

"Avere poche possibilità nel posto dove si è immigrati, nonostante educazione e qualifiche, è una cosa dura a mandar giù."

…e può esserlo ancor di più essere specializzati nel luogo in cui si sono fatti tanti sacrifici per raggiungere un certo grado di competenza e non avere niente da fare… Almeno, nel posto in cui si è immigrati, ci si fa una ragione … e comunque ritengo che ci siano i modi ufficiali per ufficializzare il già fatto altrove … e mi pare pure giusto.
Mi spiace da morire, cara Simona, che tu sia rimasta profondamente delusa da ciò che hai trovato in Canada rispetto a ciò che hai lasciato, quantomeno dal punto di vista lavorativo. Ma magari, chi lo sa, è solo questione di tempo e al momento ti sei trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato. Del resto, se non erro, il tuo lavoro durante il permesso di lavoro fu molto più soddisfacente in termini economici. Il nostro amico Oakwood invece è tornato in Europa, non Italia. E tra alcuni paesi d’Europa e l’Italia di differenza ne corre e pure tanta. Non voglio svilire ciò che voi state dicendo. Forse sto cercando di fare un po’ di coraggio a chi come me vuole credere ancora che trasferirsi in un Paese “in via di sviluppo” con tanti difetti da correggere, ma tante potenzialità, sia sempre meglio che vivere in un Paese che crede di essere sviluppato e quindi si è lanciato a capofitto nel sottosviluppo etico, sociale, morale e culturale (in tal senso le ultime dichiarazioni di Mr Brunetta,parlano chiaro). Io spero che le cose si mettano a posto per ognuno di noi e che ognuno di noi, soprattutto, trovi ciò che realmente cerca. Se ci aspetti, saremo i migliori amici canadesi che una persona possa desiderare! ;-)

Simona ha detto...

Ciao Claudia, comprendo i 1000 dubbi che possano affollare la tua mente in questo momento che i vostri "giochi" si sono conclusi e state per lasciar tutto e partire. Immagino ci si sente responsabili per i propri figli più che mai adesso! Ma è più che giustificato. Il mio banale consiglio è: non farti influenzare mai da ciò che ti raccontano del Canada! Io l'ho fatto e ne sono rimasta delusa, intendo dal punto di vista lavorativo. Sorry, io qui, a parte il lavoro, non ho nient'altro, per quello è così importante per me. Dovrei iscrivermi ad un corso di ceramica, almeno avrei il pensiero dei miei vasi!! :-)
Cmq per il resto Toronto è una città meravigliosa! In questa stagione poi sono certa è una delle più belle del mondo!!
Ieri ho persino visto una 500 Fiat vecchio modello color giallo senape!! Incredibile!! :-)

Simona ha detto...

A parte gli scherzi, Claudia. E' rinomato il tutto il Nord-America la freddezza dei Canadesi. Credo che Oakwood volesse intendere questo. Sono cmq tutti cordiali e gentili ma se li inviti per far qualcosa è possibile che neanche rispondano all'invito.
Io qui ho avuto grosse difficoltà i primi mesi, ancora adesso ma va decisamente meglio. Tutti i miei amici/familiari mi dicevano di tornare. Essere infelici in Italia è un conto, esserlo in un paese lontano migliaia di km da chi ti ama è ancora peggio. Forse sono state un pò queste le riflessioni che voleva esprimere Oakwood....credo :-)

Simona ha detto...

Ciao Giovanni! Sì sono Calabrese :-)
Vivevo a Roma prima di venire qui ma tutta la mia famiglia è in Calabria.
Cosa stai facendo in queste settimane a Toronto? Visto niente del TIFF?
Have fun!

Claudia ha detto...

Vorrei che fosse chiaro che non voglio contraddire né criticare ciò che ha provato Oakwood o che stai provando tu. Non mi aspetto niente di megagalattico da questa esperienza che mi accingo a compiere...mi aspetto un miglioramento in termini di qualità della vita (ci sarà un motivo per il quale Toronto e non Roma, Palermo, Milano era al quinto posto nella classiffica delle città più vivibili al mondo). Nonostante le mille paure, il grande senso di responsabilità...mi sento abbastanza sicura che è giusto quello che stiamo facendo. Nonostante, tipo in questo momento, sia appena tornata da una bella festa con amici nella quale ho visto mio figlio giocare felicemente con i suoi compagni...Gli aaspetti negativi di cui parlate aiutano a non frsi troppe illusioni...Glia aspetti positivi cui ambiamo forse dipendono dal fatto che, una volt araggiunti degli equilibri, le priorità cambiano nella vita...vedremo.
Non conosci nessuno che abbia avuto un'esperienza positiva rispetto a quella che stai vivendo tu adesso?
Abbracci.

Simona ha detto...

Ciao Claudia. Io non dico che la mia esperienza sia negativa, parlando in generale. Ci sono aspetti negativi ed altri positivi. Alla fine ho un lavoro che mi permette di affittare una casa ed avere sempre qualcosa da mangiare. Certo mi devo limitare ma alla fine, come anche tu hai sottolineato, vivo in una delle città più civili e belle del mondo, questo è tanto per me, che avevo tanti problemi ad interfacciarmi con Roma, la sicurezza nella capitale, la criminalità, la mancanza di rispetto verso il prossimo, i disservizi etc etc.
Purtroppo chiunque abbia conosciuto ha qualcosa di cui lamentarsi, questo è vero. Ma tutti noi qui, sappiamo che qui si vive meglio, la qualità della vita è migliore. Non escludo che possano esserci casi diversi anche da noi ovvio. Ho una coppia di amici che vivono a Piacenza, lui medico d'urgenza specializzato in cardiologia, lei insegnante di francese al liceo classico. Non hanno figli per ora, e il mio viaggio ai loro occhi è stata una follia! Di certo a loro non manca nulla e mai gli verrebbe la felice idea di lasciare ciò che hanno per l'ignoto!
Questo per dire che le proprie scelte sono basate su ciò che si ha e su ciò che si desidera per noi e per la nostra famiglia. Io desideravo una vita più tranquilla, odio lo stress, desideravo più civiltà nelle persone. Ma desideravo anche poter lavorare per i miei meriti e non perchè "conosco" qualcuno, questa è l'unica cosa che mi manca qui...per il resto sono davvero dove vorrei vivere :-) e non rimpiango la scelta che ho fatto, devo solo avere pazienza e sono certa che qualcosa succederà ;-)

Claudia ha detto...

Simona, una domanda, ma hai attivato la procedura per far riconoscere i tuoi titoli di studio? Secondo me sarebbe già un ulteriore passo in avanti.
Per quanto riguarda i tuoi amici, non conosco Piacenza, è solo anche una questione caratteriale e di lucidità. Se il proprio microcosmo funziona bene, per quel che mi riguarda, non mi è sufficiente. Non mi basta per accettare tutto il resto. Ale lascia un mega posto da dirigente "intoccabile", viviamo in un posto dal clima ineguagliabile e dal paesaggio mostruoso per la sua bellezza, delle famiglie presenti...e siamo folli! Poco alla volta Simona, piano piano, e tutto andrà meglio...male che vada si può sempre tornare indietro.
Baci

bruna ha detto...

Ciao Ragazzi,
non sono sparita, vi leggo tutti iu giorni e sta mattina per aggiornarmi da venerdi ho perso mezz'ora di lavoro per leggere i vostri post. Adesso sto meglio, ormai siete diventati il mio punto di riferimento, non ce una volta che vado su internete e non devvo dare un occhiata al blog.
Domani si fa il 1° trasloco ITA-ALB. Io però rimango in IT ancora per un mese. Elton questa settimana si mette in moto per cercare casa...
Questo è il momemto davvero più difficile. Mi passano mille idee nella mente, su quello che sto lasciando e come mi potrei trovare in CA. Almeno voi prima di trasferirvi totalmente avevate idea come era fatta, io nooooooooo :(:(:(:( ancora più dubbi, ma quando sono triste penso a Elton , alla nostra riunificazione finalamente, a ciò che possiamo costruire insieme. E questo mi da solievo.
Claudia ti capisco benissimo come ti senti .
sta mattina ho datto di nuovo un occhiata al mio visto e mi chiedevo per questo pezzo di carta la mia vita ha preso un'altra piega questi anni...mahh
un abbraccio

Ciccio Vigna ha detto...

Ciao a tutti ma sopratutto alla Simona.Io dico solo una cosa a proposito del post di "Oakwood" e chi è calabrese lo può capire più in fretta:" gesù cristu duna pani a chini nuntena dienti". Per una migliore comprensione prego la Simona di spiegarlo. Vorrei darvi un altro punto di riflessione su dove sta andando il nostro paese la nostra regione. Notizia di oggi sul quotidiano della Calabria: "30 Navi con rifiuti tossici affondate nelle acque del tirreno cosentino". E poi ci chiediamo perché abbiamo il cancro o altro in una regione che non ha insediamenti industriali. Possiamo sperare di cambiare qualcosa quando qualcuno permette di avvelenare la propria terra!! Ragazzi voi che potete andate via da questo schifo!!

Anonimo ha detto...

cu ave u pani u navi i renti, cu ave i renti u navi u pani !

Simona ha detto...

Ciao Claudia, non ho ancora riconosciuto i miei titoli di studio. Non e' espressamente richiesto per poter lavorare. I linguaggi di programmazione che utilizzo sono tutti "nati" in Nord-America, davvero a poco servirebbe fare l'equipollenza della laurea. Ma, certo, e' sempre qualcosa in piu. Io cmq credo che l'attuale situazione lavorativa sia fortemente influenzata dalla recessione che incombe e sul Canada e sugli Stati Uniti. Continuo a sperare in tempi migliori...
C'e' anche da dire che la mia societa' mi aveva prossimo un minimo aumento dopo 6 mesi, che NON e' avvenuto. Per quello avevo accettato uno stipendio cosi' basso, anche perche' non avevo trovato altro...lo ammetto. Oggi pero' se ne escono con 1000 scuse. Cosa mi tocca fare? Licenziarmi? A Roma lo avrei fatto, qui so che se lo faccio rimango a tempo indeterminato: disoccupata!

Claudia ha detto...

Il riconoscimento dei tuoi titoli potrebbe, ad esempio, permetterti di insegnare la tua disciplina nei college. Per l'insegnamento all'Università è invece richiesto il PhD.
Ti potrebbe aiutare qualora ci fosse l'opportunità di fare dei lavori per conto dell'amministrazione pubblica...mai scartare niente soprattutto quando hai la possibilità di far riconoscere quello per cui hai studiato. Non ti licenziare, ma non smettere mai di mandare il tuo resume...potresti trovarti nel posto giusto al momento giusto. In bocca al lupo.
@ Francesco, hai ragione. Ma chi è lontano forse non riesce ad avere le idee chiare sullo scempio che ci circonda. Il tuo modo di dire non necessita di traduzioni. Abbracci a tutti

Simona ha detto...

Ciao Claudia, l'idea dell'insegnamento sarebbe l'ideale per me! 2 mesi all'anno e tutti i benefits che puoi immaginare plus nessuno ti licenzia! Ma e' durissima diventare anche solo maestra qui, devi fare almeno un anno di teacher-school. Ma per superare i test di ingresso non solo devi far fare l'equipollenza della laurea, che solo quello ti prende soldi e almeno 2 anni di sbattimenti vari, in piu' devi avere sul CV esperienze di insegnamento e volontariato con bambini/ragazzi. Altrimenti non ti accettano alla scuola, ma nonostante questo favoriscono sempre e cmq chi e' piu' giovane e con piu' possibilita'. Alla mia eta' neanche ci provo... :(

Anonimo ha detto...

OMOSapiens ha detto:

E' vero che la recessione Statunitense sta influenzando (ed ha influenzato) tantissimo il canada (If US takes the cold, Canada sneezes)... ma in Italia la situazione non è affatto rosea, e nell'ultimo anno è peggiorata tantissimo. A milano lavoro nell'intrattenimento (nei locali, discoteche, etc) e vi posso assicurare che da gennaio tutti i piccoli imprenditori stanno finendo a gambe all'aria. Il governo berlusconi cerca di nascondere la pessima situazione in cui sta vertendo l'italia, ma chi lavora a contatto con il capitale, sa qual'è la verità dei fatti. Abbiamo un debito pubblico altissimo, un'interesse sul debito che fa paura, spese superiori alle entrate e, peggio ancora, nessun piano che prometta miglioramenti, se non una politica dell'immagine che mira a salvare le apparenze mentre sotto stanno marcendo le fondmenta. Seguite il sito di beppe grillo...

Simona ha detto...

Ciao OMOSapiens, condivido il tuo disappunto su come la nostra bella Italia sta andando a finire ma preferirei evitare entrare in discorsi di politica, alla fine questo e' un blog sul Canada.

Alessandro ha detto...

tposso suggerirvi la lettura dell'ultimo post di questo blog http://www.profiloaltostaturabassa.blogspot.com/ che è curato da una persona che conosciamo? vi ci ritroverete

Franz ha detto...

Alcuni interventi sono molto lunghi e non vorrei ripetere un pensiero già espresso, ma occorre sottolineare come la testimonianza si riferisca specificatamente alla realtà di Toronto. Sarebbe come parlare dell'Italia abitando solo a Milano.

Ritengo che Toronto sia la città del Canada caratterizzata dal più alto tasso d'immigrazione. Comprensibile, quindi, che le diverse comunità etniche rimangano separate fra loro. Poi, a livello macroscopico, c'è anche da dire che, in tutto il Nord America, la popolazione della costa Est è tendenzialmente più chiusa rispetto a quella dell'Ovest.

Senza generalizzare o smentire quanto riportato nella testimonianza vorrei solo dire che, pur rimanendo valide alcune affermazioni sulla gente del Canada - sia che si viva a Toronto sia che si viva a Vancouver - ricordiamoci sempre che uno straniero residente a Milano parlerà dell'Italia in maniera diversa da un altro che si raffronta con una realtà - per citarne un paio - come Gubbio o Siena. Entrambi ti diranno che il cibo è ottimo, ma la loro descrizione delle persone e del loro modo di interellazionarsi sarà diversa.

Un saluto a tutti.

Tommy ha detto...

Cara Simona,
mi chiamo Tommy, espatriato da un anno a Montreal (passato per Toronto). Ti faccio davvero i miei migliori complimenti per il Blog e rimpiango molto di non averlo scovato prima di oggi. Probabilmente siamo partiti con un WHP nello stesso periodo, ora ho un visto WP triennale, ottenuto in pratica da 2 mesi.

Il Quebec è davvero infinitamente diverso dall'Ontario, quindi ogni paragone con le esperienze lette sarebbe fuorviante.
Ritengo che il Canada abbia innegabili aspetti positivi e che sia un errore fare un paragone con l'Italia, che ne ha indubbiamente altrettanti.

E' importantissimo capire cosa si cerca individualmente nell'atto di Emigrare: cosa già si ha nel paese di origine, cosa ci si aspetta e quanto si è preparati all'impatto con la diversità.

Il Canada è stato fondamentale per l'aver esteso la mia duttilità mentale e l'aver evidenziato ciò che è davvero essenziale a me e mia moglie per la nostra vita: di questo sarò sempre grato.

Sono un Conservatore del Patrimonio Culturale e Storico dell'Arte, e tornerò felicemente a fine anno in Italia per 4 motivi:

1) Noi abbiamo tanto in Italia, sia come patrimonio affettivo che finanziario-immobiliare; non siamo riusciti a rinunciarvi.

2) Per quella che è la "Nostra" concezione di vita, GENEROSITA'- GUSTO-GRINTA-CULTURA degli Italiani ci mancano troppo, per non parlare del buon gusto e stile cui si è circondati in ogni centimetro quadro.

3) Ho riscontrato in Quebec obiettive difficoltà ad interfacciarmi con i Quebequesi nella mia professione, a causa delle loro enormi lacune professionali, la loro endemica tendenza a mentire,
la totale mancanza di onestà intellettuale (...DIRSI LE COSE IN FACCIA COME STANNO). E qui potrei aver calcato la mano, ma non ho trovato eccezioni.

4) Il clima e cibo Mediterraneo: pensavo di rinunciarvi con estrema facilità, non è stato così.

Noi siamo del Pesarese- Fanese, siamo scappati un anno fa dal bel Paese, che sembrava "Fuga di mezzanotte", adesso facciamo il conto alla rovescia per il ritorno. Ho ricevuto due offerte italiane di lavoro via Internet basate sulla solidità dei propri risultati curricolari, incredibile, ma vero, nessuna raccomandazione.

Grazie Canada di averci illuminato la via, la bilancia dei Pro scoppia per l'Italia. Chiaramente non siamo adatti al Canada.

Ciao

Simona ha detto...

Ciao Tommy e grazie per il tuo intervento, mi fa sempre piacere avere dei diversi punti di vista sul mio blog. In fondo, come anche tu hai sottolineato, possono esserci tanti motivi anche per voler lasciare il Canada. E' cmq vero che molto dipende da cosa si cerca e da cosa si lascia alle spalle facendo questa scelta, rimanendo con i piedi per terra in entrambe le situazione; anche io non amo i paragoni con l'Italia davvero 2 realtà troppo contrastanti per essere messe su una stessa bilancia. Gli unici termini da paragone come lavoro/stipendi/tenore di vita potrebbero non essere i più importanti nella vita di un singolo. In bocca al lupo con tutte le vostre decisioni e sarò felice se continuerai a postare le tue esperienze su questo blog!!
Best of luck!

Anonimo ha detto...

salve a tutti,
sono capitato per caso sul blog di Simona, seguendo un altro post...

i miei complimenti Simo (posso chiamarti cosi'?!), per il tuo coraggio, per la tua semplicita', per la tua umilta', per le tue grandi capacita' di adattamento...

ho letto i post di Oakwood e di normALE: quest'ultimo lo trovando splendido (Ale dovresti fare lo sceneggiatore, sei grande:), mentre sul primo mi vorrei dilungare un attimino...

la persona che l'ha scritto e' sicuramente una persona molto in gamba, e se delle sue scelte possiamo parlare, discutere, condividere o meno, una cosa e' certa: dipende da cosa lasci ma soprattutto da come stai tu dentro, da cosa ti aspetti dalla vita, sia esso lavoro, affetti, etc.

per esempio Simo e' andata in Canada' perche' in Italia non trovava lavoro? oppure cercava un nuovo e piu' interessante posto dove spaziare, dove cercare un'identita', insomma dove ritrovarsi?

vedete, io da sempre sono innamorato del Canada, in particolare di Montreal (dove fra l'altro vivono dei miei parenti a cui sono molto legato), e ho passato gli ultimi anni, ossessionato da questa idea di trasferirmici, operando anche in un ambito, come quello ristorativo (sono un F & B Manager), dove teoricamente non vi sono problemi di posti... am solo sulla carta, sono stato seppellito da carte e cartine, fatto mille moduli, consultato uno o piu' avvocati che si occupano di immigrazione, e finora non ho ottenuto nulla...

nel frattempo ho continuato a lavorare dappertutto mi fosse offerto: ques'anno ho fatto 6 mesi a Bucarest, 3 mesi in Italia e da ottobre sono venuto a lavorare in Germania... e nel frattempo mi guardo intorno e per quanto come voi io ami il nostro Paese, da noi non mi prendono in considerazione nemmeno se mi propongo come cameriere (sia chiaro, non vuole essere un paragone dispregiativo, io rispetto e amo il lavoro e la professionalita' di tutti, e ci mancherebbe altro), figuriamoci come manager... e siccome il Canada' rimane il sogno nel cassetto, perche' a 43 anni, nessuno ti fa entrare dalla mattina alla sera, troppi problemi, continuo a vedere come Oakwood, proposte da Inghilterra, da Asia, da dove vuoi, ma mai da Canada ed italia.. che fare? non lo so, intanto vado avanti, ma volevo semplicemente dirvi che ho trovato le vostre esperienze molto interessanti, i vostri commenti sensazionali, e ci aiutate a farci sentire, un po', piu' orgogliosi di essere italiani all'estero, perche' siamo figli e amici e connazionali, di gente in gamba come voi...

Anonimo ha detto...

salve a tutti,
sono capitato per caso sul blog di Simona, seguendo un altro post...

i miei complimenti Simo (posso chiamarti cosi'?!), per il tuo coraggio, per la tua semplicita', per la tua umilta', per le tue grandi capacita' di adattamento...

ho letto i post di Oakwood e di normALE: quest'ultimo lo trovando splendido (Ale dovresti fare lo sceneggiatore, sei grande:), mentre sul primo mi vorrei dilungare un attimino...

la persona che l'ha scritto e' sicuramente una persona molto in gamba, e se delle sue scelte possiamo parlare, discutere, condividere o meno, una cosa e' certa: dipende da cosa lasci ma soprattutto da come stai tu dentro, da cosa ti aspetti dalla vita, sia esso lavoro, affetti, etc.

per esempio Simo e' andata in Canada' perche' in Italia non trovava lavoro? oppure cercava un nuovo e piu' interessante posto dove spaziare, dove cercare un'identita', insomma dove ritrovarsi?

vedete, io da sempre sono innamorato del Canada, in particolare di Montreal (dove fra l'altro vivono dei miei parenti a cui sono molto legato), e ho passato gli ultimi anni, ossessionato da questa idea di trasferirmici, operando anche in un ambito, come quello ristorativo (sono un F & B Manager), dove teoricamente non vi sono problemi di posti... am solo sulla carta, sono stato seppellito da carte e cartine, fatto mille moduli, consultato uno o piu' avvocati che si occupano di immigrazione, e finora non ho ottenuto nulla...

nel frattempo ho continuato a lavorare dappertutto mi fosse offerto: ques'anno ho fatto 6 mesi a Bucarest, 3 mesi in Italia e da ottobre sono venuto a lavorare in Germania... e nel frattempo mi guardo intorno e per quanto come voi io ami il nostro Paese, da noi non mi prendono in considerazione nemmeno se mi propongo come cameriere (sia chiaro, non vuole essere un paragone dispregiativo, io rispetto e amo il lavoro e la professionalita' di tutti, e ci mancherebbe altro), figuriamoci come manager... e siccome il Canada' rimane il sogno nel cassetto, perche' a 43 anni, nessuno ti fa entrare dalla mattina alla sera, troppi problemi, continuo a vedere come Oakwood, proposte da Inghilterra, da Asia, da dove vuoi, ma mai da Canada ed italia.. che fare? non lo so, intanto vado avanti, ma volevo semplicemente dirvi che ho trovato le vostre esperienze molto interessanti, i vostri commenti sensazionali, e ci aiutate a farci sentire, un po', piu' orgogliosi di essere italiani all'estero, perche' siamo figli e amici e connazionali, di gente in gamba come voi...

Simona ha detto...

Ciao caro, grazie per i complimenti e benvenuto nel blog :)
Posso dirlo con onestà: ho lasciato l'Italia per il sogno Americano, che poi si sia frantumato in tanti pezzi quello però è un altro discorso :-D
A parte gli scherzi, non sono venuta qui per il lavoro, pur rimanendo una componente di aspettative fondamentale nella mia vita. Ho cambiato vita per cercarne una migliore, più tranquilla, più civile più adeguata alle mie esigenze, che possono essere diametralmente opposte a quelle di chiunque altro. Qui ho scoperto che non tutto ciò che luccica è oro ma rimango convinta al 90% della scelta che ho fatto. Mi spiace che stai avendo tanti problemi ma non voglio pensare siano legati alla tua età, sei ancora giovanissimo ed hai tanto da lavorare! In bocca al lupo ;-)

Anonimo ha detto...

grazie Simo:)
sei davvero molto gentile:)

no, neanche io ho mai pensato fosse solo un problema di eta', anche se non mi spiego perc he' non si riesca ad avere un'opportunita', una sola, in Canada o in Italia...

grazie per il giovane:) dentro lo sono davvero, sai? ma gli anni contabili pesano per le aziende che ti devono dare lavoro, perche' costano troppo: parlo in Italia, dove si preferisce assumere uno o piu' apprendisti perche' non si pagano i contributi e perche' lo stipendio costa poco (non voglio generalizzare, mica e' sempre cosi', ma spesso:), in Europa il problema non si pone...

bello il sogno americano...
bello partire verso una nuova meta con un sogno da realizzare...
sei stata - come tutti i tuoi amici qui - coraggiosa, sapevi cosa lasciavi ma non sapevi cosa avresti trovato, eppure non hai avuto paura...

Toronto l'hai descritta in modo perfetto, io l'avevo trovata si' una citta' internazionale, una fucina di etnie che convivevano piu' o meno tranquillamente in un ambiente tutto sommato un po' freddino (ma non solo dal punto di vista climatico), ed evidentemente mi sbagliavo, perche' da come tu descrivi c'e' un calore, c'e' un lago ed un bosco e un posto dove ritornare, anche li'... ma sai, io credo sia dentro di te, sei tu che trasformi il fuoco in un incendio, dove potersi scaldare, dove attingere preziose energie, se e semmai fossi in difficolta'...

forza Simo, ce la farai a realizzare il tuo sogno americano... e sai che c'e'?
che avrai sempre meno freddo e pian piano scoprirai in te una forza talmente nuova da lasciarti prima sorpresa, poi felice, di questa nuova, grande avventura, che e' la tua via, qui o la' non importa, cio' avverra' dappertutto tu voglia... basta desiderarlo.. basta volerlo...
VALE... SEMPER!!

Carmelo ha detto...

Mr.Oakwood ha detto delle cose esatte ,ed io che ancora oggi vivo in Canada,condivido al 100%. Questo e' un paese (nazione) di opportunita'non certamente il paradiso,e secondo me una volta che le opprtunita' finiscono o si esauriscono bisogna andar via,cambiare aria ,in quanto non e' molto ospitale,chiaro che il Yes,how are You ? Please,...ohoh i am sorry .....mi fa solo ridere....io ho una figlia di quasi 3 anni e qui non la faccio crescere....x mille motivi! insomma l'ingegnere ha ragione e il Canada va benissimo se vieni per far un po di soldi ,fare esperienza professionale e cambiare aria....in quanto grazie all'esperienza maturata qui in canada ,adesso l'ingegnere ha avuto l'opportunita di trovare un lavoro in Europa! e lo stesso dico x i medici o altri professionisti..
Carmelo

Simona ha detto...

Ciao Carmelo, beh in parte hai ragione: questo non e' di certo il paradiso ma ci sono tante cose che non vanno, di certo molte di piu', in Italia. Confrontare 2 paesi cosi' diversi serve a poco. Molto dipende dal bagaglio del singolo. Io al contrario credo che il Canada sia un paese perfetto dove crescere un figlio e dargli un'istruzione migliore, un ambiente piu' tollerante e un futuro con piu' prospettive lavorative. Ma ammetto che per molti le cose importanti della vita sono tante altre ...